COMUNICARE PROTESTA E RIFIUTO IN MODO FUNZIONALE

 

COMUNICARE PROTESTA E RIFIUTO IN MODO FUNZIONALE



Uno degli aspetti più importanti nello sviluppo della comunicazione, è la possibilità di controllare il proprio ambiente. Per raggiungere questa tappa cruciale è necessario che i bambini apprendano, il più precocemente possibile, due abilità:

-         Come esprimere chiaramente ciò che NON vogliono

-         Come esprimere chiaramente ciò che vogliono.

 

Seppur con tempi e forme diverse a seconda dei casi, ogni bambino apprende precocemente tali abilità; mentre i bambini con fragilità di varia natura nell’area della comunicazione (disturbi della comunicazione, disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva, ecc..) possono presentare grandi difficoltà nell’apprendimento di tali abilità, per cui necessitano di un insegnamento strutturato.

Le persone con disturbi della comunicazione possono utilizzare forme disfunzionali per comunicare i propri bisogni; spesso in conseguenza di comportamenti inadeguati ottengono ciò che vogliono dalle persone di riferimento (siano essi genitori, operatori o altre figure), altre volte si crea un fraintendimento tale che ne possono uscire stravolti e demotivati.

In entrambi i casi si accumula frustrazione e vengono prosciugate energie preziose, che sarebbe più vantaggioso orientare verso l’insegnamento di forme di comunicazione alternative efficaci.

 

Le abilità di comunicazione che hanno priorità di insegnamento sono:

-         Fare delle scelte

-         Fare domande

-         Usare strategie adeguate per protestare ed esprimere rifiuto

-         Linguaggio ed abilità per negoziare


E’ importante insegnare ad esprimere il rifiuto e la protesta in una forma che sia appunto accettabile e funzionale per la persona e l’ambiente circostante.

 

Tutti noi protestiamo o esprimiamo rifiuto verso qualcosa di avverso, la differenza cruciale sta nella forma utilizzata per esprimere tale bisogno: come ho già scritto, spesso un bambino con difficoltà comunicative esprime questo bisogno con forme inadeguate e talvolta estreme (scoppi di rabbia, urla, forte opposizione, fino ad arrivare a comportamenti aggressivi auto ed etero diretti), che possono rappresentare un forte ostacolo all’apprendimento e alla socializzazione.

Il focus dell’intervento, in questo senso, è l’insegnamento di forme alternative di espressione del rifiuto, che siano socialmente più appropriate e che abbiano un’efficacia maggiore nel raggiungimento dell’obiettivo desiderato.

 

All’inizio della valutazione circa le forme espressive da insegnare, è necessario tenere conto di vari fattori relativi alla persona a cui l’insegnamento è rivolto: l’età, le abilità linguistiche generali, i tempi di apprendimento e le abilità sociali possedute.  E’ fondamentale tenere presente il quadro generale della situazione, considerare la persona nella sua interezza (caratteristiche, bisogni e ambiente circostante).

E’ importante insegnare abilità di espressione di protesta e rifiuto verbali e non verbali, per questo sono di fondamentale importanza i supporti visivi che veicolano più direttamente le informazioni.

Inoltre, un supporto visivo ben costruito che risponda alle abilità e necessità del destinatario, può essere utilizzato in autonomia dalla persona quando la situazione lo richiede.

Per coniugare entrambe le forme potremmo utilizzare dei supporti visivi come dei cartellini o tabelle, che contengano le forme di espressione adeguate da utilizzare a seconda della situazione e che servano da promemoria alla persona.






E’ importante ribadire che le persone con disturbi della comunicazione presentano varie difficoltà nella valutazione delle situazioni sociali e questo costituisce un’ampia serie di problemi rispetto alla scelta di ciò che è appropriato o meno dire o fare in certe situazioni per esprimere i propri bisogni.

Bisogna porsi come obiettivo anche l’insegnamento delle frasi ed azioni che si possono dire o fare in certe situazioni e a certe persone (adulti/coetanei, casa/scuola/altri ambienti).

Il contesto di riferimento va sempre tenuto presente nelle occasioni di apprendimento così come le abilità espressive e ricettive possedute dalla persona che beneficia dell’intervento, come è stato appunto precedentemente sottolineato.

Dunque, parallelamente all’insegnamento di forme adeguate di espressione delle proprie necessità, è fondamentale anche supportare le persone a comprendere le espressioni di rifiuto e protesta altrui (di genitori, fratelli, amici, operatori, ecc..) e come rispondervi.

 

 Esempio: QUANDO MARTINA DICE “PIANTALA” 

                       VUOL DIRE NON FARLO PIU’


Chi si appresta ad insegnare tali abilità ricettive ed espressive, può utilizzare un’ampia gamma di tecniche visive. Tra queste vi è il mostrarsi come modello per l’allievo, si possono creare delle occasioni in cui esprimere rifiuto o protesta, mostrare alla persona i vari modi in cui si può reagire e incoraggiarla ad imitare tali azioni o frasi.

E’ necessario allenarsi in esercizi del genere e ripeterli il più possibile.

Un altro strumento utile è rappresentato dall’utilizzo della videocamera: filmare gli eventi e le sessioni di apprendimento permette di rivedersi, fermare il tempo e soffermarsi sugli aspetti più importanti da apprendere e memorizzare.

Inoltre, le storie sociali possono rivelarsi un valido strumento per aiutare le persone a comprendere una data situazione, quali azioni si possono mettere in pratica e quale significato attribuire alle azioni degli altri.

 

Dott.ssa Sara Mancini

 

Riferimenti bibliografici

Hodgdon L. (2006), Strategie visive e comportamenti problematici. Vannini Editoria Scientifica.

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