Il variegato mondo dei sensi nello “Spettro Autistico"






“Imparare come funzionano i sensi di ogni singola persona con autismo è una chiave fondamentale per capire questa persona.” (O’Neil).


Spesso quando si parla di autismo si fa riferimento principalmente ai comportamenti problema, ai deficit nel linguaggio e nell’interazione sociale. Sebbene sia possibile riscontrare quotidianamente tutte queste caratteristiche nelle persone con disturbo dello spettro autistico, è di fondamentale importanza porre sempre maggiore attenzione anche al modo in cui queste persone percepiscono e fanno esperienza del mondo attraverso i sensi. 

Il sistema sensoriale accoglie gli stimoli in entrata, li elabora e ci permette di costruire ed interpretare il significato di ciò che abbiamo percepito. Di norma, il sistema sensoriale funziona correttamente, tutti i sensi sono modulati ed integrati fra loro e ci permettono di percepire le esperienze in modo fluido, modulato e sereno. Quando il sistema sensoriale è alterato, per una persona percepire la realtà intorno potrebbe diventare un’esperienza complicata e questo è ciò che spesso capita alle persone nello spettro dell’autismo. Il mondo percettivo delle persone autistiche sembra essere sorprendentemente diverso da quello delle persone non autistiche.

Quello delle disfunzioni sensoriali nello spettro autistico, è un aspetto cruciale che Olga Bogdashina, professionista nel campo dell’autismo e madre di un bambino autistico, preferisce sostituire con l’espressione “tipologie di esperienze sensoriali”, in passato è stato spesso trascurato ed escluso dai criteri diagnostici della versione precedente del DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali versione IV). Ma nel 2013 è stato fatto un passo avanti in questo senso e nella nuova versione del suddetto manuale (DSM-V) l’aspetto della sensorialità è stato inserito all’interno del secondo gruppo di criteri diagnostici dello spettro autistico (criterio B. Pattern di comportamenti e/o interessi e/o attività ristretti e ripetitivi) e viene così descritto: 

“Iper-reattività e/o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi inusuali rispetto a certi aspetti dell’ambiente: apparente indifferenza al caldo/freddo/dolore, risposta avversa a suoni o tessuti specifici, eccessivo odorare o toccare gli oggetti, fascinazione verso luci o oggetti roteanti.”


È fondamentale considerare attentamente il ruolo cruciale che riveste l’aspetto della sensorialità nell’autismo, in quanto alla base dei comportamenti problematici frequentemente riscontrati nelle persone neurodiverse sono state riconosciute non solo cause psicologiche ma anche e soprattutto cause biologiche e ambientali, tra cui proprio disturbi e alterazioni della percezione sensoriale. Già negli anni ’70 Delacato ed altri specialisti, erano concordi nel ritenere che un’esperienza sensoriale anomala fosse una caratteristica di primaria importanza per spiegare i sintomi di base dell’autismo. 

Delle percezioni distorte possono dunque scatenare dei livelli elevati di ansia, frustrazione e confusione che a loro volta conducono a comportamenti ossessivi o compulsivi, rendendo quindi i criteri diagnostici più comunemente accettati soltanto dei problemi secondari connessi allo sviluppo sensoriale. 

Le alterazioni nella modalità di percezione ed elaborazione degli stimoli toccano tutti i sistemi sensoriali: vista, udito, tatto, olfatto, gusto, sistema propriocettivo (fornisce la consapevolezza del nostro corpo e della posizione di esso rispetto all’ambiente circostante) e sistema vestibolare (la percezione del movimento e dell’equilibrio del nostro corpo). Nel 1974 Carl Delacato tentò di descrivere i problemi sensoriali che possono caratterizzare le persone autistiche e, in questo senso, classificò ciascun canale sensoriale come: 

- iper: il canale sensoriale è troppo aperto e la soglia di attivazione di tale canale potrebbe essere troppo bassa, per cui anche un input di lieve entità può attivarlo, causando un sovraccarico di informazioni sensoriali da gestire per il cervello.

- ipo: il canale non è sufficientemente aperto, di conseguenza entrano troppo poche informazioni e il cervello si trova in uno stato di deprivazione. 

- “rumore bianco”: il canale crea da sé uno stimolo a causa del suo imperfetto funzionamento, e così accade che il messaggio proveniente dal mondo esterno è sovrastato dal rumore interno al sistema. In questo specifico caso è come se la persona con autismo percepisse costantemente un rumore/brusio di fondo e fosse distratto da questa interferenza che viene dall’interno.

Rispetto all’ipersensibilità, questa può tradursi in diversi modi nei differenti sistemi sensoriali come ad esempio in un’ipervista, così alcune persone possono avere una vista troppo acuta rispetto alla norma. Temple Grandin, ingegnere di fama mondiale con autismo ad alto funzionamento, riporta che l’illuminazione fluorescente può causare gravi problemi a molte persone autistiche, perché queste possono vedere uno sfarfallio a sessanta cicli; a questo proposito, alcuni bambini spesso si lamentano perché vedono volare delle farfalle nell’aria (riferendosi a delle particelle nell’aria), la loro vista potrebbe essere talmente ipersensibile che le “farfalle” diventano lo sfondo, mentre il resto dell’immagine svanisce completamente. 

Anche l’iperudito è frequentemente segnalato nella popolazione autistica. Temple Grandin riferisce che da piccola era ipersensibile ai rumori forti e che questi per lei erano dolorosi come il trapano di un dentista che tocca il nervo, le facevano veramente male. Spesso notiamo che i bambini con iperudito si coprono le orecchie quando il rumore per loro è veramente doloroso, anche se altre persone che si trovano nella stessa stanza possono non accorgersi affatto di alcun rumore esagerato.

Molto comune negli autistici è inoltre l’ipertatto. Molti bambini infatti rifiutano di indossare determinati indumenti, non tollerandone il contatto con la pelle. 

Tale alterazione può dar luogo a sensazioni davvero opprimenti e per questo anche il più lieve tocco può causare loro una reazione di panico, che all’esterno potrebbe apparire immotivata ed eccessiva. 

“Mi sembra di avere le orecchie molto sensibili, gli occhi e la pelle. Alcuni rumori decisamente fanno “male” alle mie orecchie e certe luci fanno “male” ai miei occhi” (Wendy Lawson)


Per quanto riguarda il versante dell’iposensibilità, spesso incontriamo persone autistiche che, per tornare a percepire il mondo esterno e quindi ripristinare un flusso di informazioni verso il proprio sistema nervoso, agitano le mani davanti agli occhi, si dondolano avanti e indietro, emettono suoni strani o si colpiscono la testa con la mano. Le persone che emettono questi comportamenti “semplicemente” ricercano delle stimolazioni, procurandosele autonomamente. Potrebbe essere la loro strategia per tornare a percepire un flusso ottimale di stimolazione da un certo canale sensoriale ipostimolato. Possiamo perciò vedere bambini che fissano a lungo il sole, che “cercano suoni” (poggiando l’orecchio su dispositivi elettronici ad esempio), che mettono in bocca e annusano tutto ciò che trovano, e che cercano ogni genere di movimento.

"I miei sensi a volte possono diventare opachi al punto che non posso chiaramente vedere o sentire, e il mondo intorno a me apparentemente cessa di esistere ..." (Hawthorne)


Negli ultimi anni sono stati condotti molti studi al fine di approfondire l’aspetto della sensorialità nei disturbi dello spettro autistico e in questo senso i passi avanti fatti sono molti; infatti ora è possibile considerare e comprendere una più ampia gamma di alterazioni sensoriali, che va oltre le esperienze di iper/ipo sensibilità. 

Nel suo libro, nella versione aggiornata del 2021, Olga Bogdashina fa un’accurata analisi e sintesi delle possibili esperienze sensoriali nell’autismo che comprendono l’iper/ipo sensibilità, ma non solo e considera come l’ipersensibilità in molti casi può configurarsi come una conseguenza del sovraccarico sensoriale.

Di seguito sono riportate alcune delle esperienze sensoriali che si possono riscontrare in una persona autistica.

Difficoltà/incapacità di distinguere tra figura e sfondo (percezione della Gestalt): si riscontrano delle difficoltà di distinguere tra gli stimoli di primo piano (rilevanti) e di sfondo e questo riflette una marcata difficoltà a filtrare l’informazione rilevante che va elaborata. Questa percezione non filtrata spesso può portare informazioni travolgenti che il cervello non riesce a gestire (Era come avere un cervello senza filtri, Williams 1999).

Percezione frammentata (percezione “a pezzi”): spesso la percezione avviene non in modo unitario ma procede per piccole parti e così la persona può percepire non il quadro complessivo di uno stimolo (sia esso un oggetto, un volto o un’istruzione) ma dei pezzi che lo compongono e che attirano la sua attenzione. Questo peculiare modo di percepire uno stimolo ha inevitabilmente delle conseguenze su come viene poi elaborato lo stesso e il significato che gli verrà attribuito (Ricordo che ero attratto dai pezzi delle facce della gente. Potevano piacermi il colore degli occhi, la tessitura dei capelli, o la regolarità dei denti, Willey 204).

Percezione distorta: una modifica nella percezione della forma, dello spazio, del suono ecc di uno stimolo. Spesso le distorsioni peggiorano in una situazione di sovraeccitazione e/o di sovraccarico d’informazione.

Percezione ritardata: come conseguenza della percezione frammentata, le persone autistiche possono sperimentare un ritardo nell’elaborazione e quindi risposte ritardate agli stimoli.

Agnosia sensoriale: è intesa come difficoltà ad interpretare un senso, la persona può riscontrare estrema difficoltà ad attribuire un significato alle sensazioni provate, ossia ad interpretarle. Ciò può essere una conseguenza della percezione della Gestalt e di altri tipi di alterazioni sensoriali.

Incapacita’/difficolta’ di interrompere la percezione del cambiamento: il processo di assuefazione potrebbe non funzionare correttamente e così la persona può continuare a percepire una determinata sensazione, anche per molto tempo; ad esempio, nel caso dell’abbigliamento, alcuni bambini impiegano ore o persino giorni per smettere di sentire certi tipi di tessuti sulla pelle. Per alcuni il problema si presenta quando devono fare il cambio abiti dalla stagione estiva e invernale e viceversa. 


Ogni persona ha un proprio livello soglia di eccitabilità per ciascun senso e tali livelli possono essere misti; per cui potrebbe capitarci di osservare un bambino che si colpisce ripetutamente la testa, incurante del dolore, mentre un leggero tocco della spalla, per lui imprevedibile, può farlo saltare dalla paura (potrebbe essere iposensibile a livello di sistema propriocettivo e ipersensibile al tatto).

Allo stesso tempo, è possibile che una persona presenti un profilo percettivo misto anche per lo stesso canale sensoriale, che potrebbe risultare iper sensibile in un dato momento e ipo sensibile in un altro. Questo fenomeno è noto con il termine di incoerenza della percezione (fluttuazione). 

A volte quando gli altri bambini mi parlavano li sentivo a malapena, poi a volte facevano rumori che sembravano spari. (White 1987).



Un’altra caratteristica alterazione sensoriale nell’autismo è l’elaborazione mono delle informazioni, ossia una difficoltà nell’elaborare informazioni provenienti da più canali contemporaneamente; in questo senso possiamo incontrare persone nello spettro che quando interagiscono con qualcuno distolgono lo sguardo dall’interlocutore per potersi meglio concentrare sul messaggio verbale da recepire: vista e udito possono rappresentare un carico eccessivo in un determinato momento per una persona con queste difficoltà. Inoltre, potremmo osservare bambini o ragazzi con autismo che preferiscono guardare un filmato togliendo l’audio dalla televisione o dal tablet/pc e alternare la visione all’ascolto dello stesso. 

L’elaborazione mono delle informazioni può anche essere utilizzata dalla persona, come strategia compensativa e/o difensiva per far fronte ad un sovraccarico sensoriale e configurarsi come uno stile percettivo acquisito.


I professionisti che quotidianamente lavorano con persone nello spettro autistico, osservano e riportano quanto il loro caratteristico modo di percepire gli stimoli sensoriali, influenzi gli stessi in ogni aspetto della loro vita e può ostacolare i normali processi di apprendimento. 

Bambini e ragazzi che non sono abbastanza protetti dal punto di vista sensoriale, e che devono perciò costantemente preoccuparsi che il loro sistema nervoso centrale smetta di funzionare, non sono di certo nelle condizioni di apprendere compiti difficili e affrontare ulteriori sfide. Questo aspetto deve essere sempre tenuto presente, operando un concreto sforzo di empatia nei confronti delle persone neurodiverse, per cercare quanto più possibile di percepire la realtà così come viene da loro percepita. 

È necessario quindi provvedere ad un adattamento dell’ambiente sensoriale per bambini/ragazzi/adulti nello spettro autistico, affinché possano essere messi nella migliore condizione possibile per apprendere e sviluppare le loro potenzialità. 

A questo proposito, per concludere, vengono di seguito riportati dei brevi frammenti tratti da Il mio e il loro autismo in cui Donna Williams, un’autistica ad alto funzionamento, descrive il suo ambiente educativo ideale:


Il mio ambiente educativo ideale sarebbe un ambiente con una stanza con eco e luce riflessa molto ridotte, un’illuminazione lieve e diffusa, proiettata verso l’alto piuttosto che verso il basso…sarebbe un ambiente che tenga conto del canale unico e dell’ipersensibilità percettiva, e del sovraccarico di informazioni e non assuma la realtà percettiva, sensoriale, cognitiva, emotiva o sociale dell’insegnante come l’unica esistente…

Vi sono molte cose che le persone con autismo spesso tentano di evitare: controllo esterno, disordine, caos, rumore, luce forte, contatto, essere guardati o costretti a guardare. Sfortunatamente gli ambienti educativi sono per la maggior parte molto affezionati a quegli stessi elementi che più ci ripugnano (Williams D. 1996).

Sara Mancini

Psicologa

Operatrice domiciliare




Bibliografia

Bogdashina O., (2021) Le percezioni sensoriali nell’autismo e nella sindrome di Asperger. Nuova edizione riveduta e ampliata. Uovonero.

Grandin T., (2006) Pensare in immagini e altre testimonianze della mia vita di autistica. Erickson.

Williams D., (1998) Il mio e il loro autismo. Itinerario tra le ombre e i colori dell’ultima frontiera. Armando Editore.

Immagini: www.pixabay.com



Il variegato mondo dei sensi nello “Spettro Autistico" Il variegato mondo dei sensi nello “Spettro Autistico" Reviewed by Il Prisma on 19.10.21 Rating: 5

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